Uberando tra Panamá e San Salvador

Periodo di fine settimana San Salvador-Panamá-San Salvador prendendo Uber per andare e tornare dall’aeroporto. Trenta minuti di corsa, spesa tra i 18 e 25 dollari. A Panamá la scelta di Uber è obbligata per il rapporto costo-qualità. L’autista di fiducia che orbita tra i colleghi di ufficio ne chiede 35-40 e per questo lo utilizziamo solo per i trasporti voluminosi, stipando tutto nel suo pick-up. Mitici sono stati il mini-trasloco portando la bicicletta avanti indietro e il trasferimento definitivo da San Salvador a Panamá con tanto di bicicletta e tavola da SUP di tre metri di lungo, cinque valigie e passeggino di Mattia. L’altra opzione dei taxi ufficiali gialli è assolutamente inaffidabile con prezzi aleatori e automobili improbabile dove uno si chiede come facciano a avanzare. 

Ci sono due categorie di autisti di Uber a Panamá. Chi lo fa per mestiere, a tempo pieno. Chi lo fa per arrotondare lo stipendio per arrivare a fine mese. Si capisce abbastanza rapidamente la categoria accertando quanto l’autista abbia voglia di parlare. Chi lo fa come secondo lavoro è più propenso a chiacchierare. Per rompere il ghiaccio si parla del tempo oppure di come va il business. Quindi si passa al calcio o alla politica. Poi se l’autista è un uomo, si può terminare cercando di stabilire in quale paese le donne sono più belle, memore degli insegnamenti del mio amico Bruno, grande viaggiatore, che mi disse che se parli di tempo, calcio o donne troverai sempre un argomento ovunque nel mondo. 

Il tema del momento prevale comunque. Come prima e durante i Mondiali 2018, il tema del calcio era d’obbligo, visto che la nazionale di Panamá si era qualificata per la prima volta a una fase finale dei Mondiali. Prima che cominciassero, molti vedevano Panamá se non proprio in finale almeno al turno successivo. È finito con tre sconfitte tutto sommato onorevoli contro Belgio (0-3), Inghilterra (1-6) e Tunisia (1-2). Però rimane memorabile il momento in cui sotto di sei reti contro gli inglesi al 78’ i rossi di Panamá segnano il loro primo gol nei Mondiali. I molti tifosi panamensi arrivati fino in Russia festeggiano sugli spalti come se avessero vinto il Mondiale. D’altro canto, il calcio è talmente popolare che quando si sono qualificati in modo rocambolesco in zona Cesarini, grazie alla combinazione della sconfitta degli Stati Uniti contro Trinidad e Tobago e gol molto dubbio a favore di Panamá per battere il Costa Rica, il Presidente di Panamá alle due della notte stessa dichiara due giorni di festa nazionale.  Visti i fiumi di alcol che accompagnano i festeggiamenti pochi si sarebbero presentati al lavoro il giorno dopo. E il fatto che avessero vinto ai danni dell’ex “colone” statunitense ha mandato alle stelle l’orgoglio nazionale.

L’altro tema forte è stato quello politico delle elezioni presidenziali di maggio 2019. Un giorno mi da il passaggio un signore distinto molto articolato che subito mi chiede che cosa faccio a Panamá. Passa a raccontarmi del suo passato da ingegnere sulle piattaforme in giro per il mondo. Quindi, ormai pensionato, ha messo su questo piccolo business con Uber con cinque macchine non per guadagnare soldi ma per raccogliere le firme necessarie per presentarsi alle elezioni presidenziali e finanziare la sua campagna elettorale. Il suo ragionamento era cristallino: in trenta minuti puoi convincere qualcuno a darti la fiducia. Ma aveva anche un piano B perché, mi spiegò, se non fosse riuscito a raccogliere le firme necessarie avrebbe dirottato il suo pacchetto di consenso verso il candidato che sicuramente avrebbe vinto. Il nuovo Presidente, riconoscente, lo avrebbe ricompensato con un posto di ambasciatore in una simpatica capitale, europea di preferenza. Era tutto calcolato insomma. Spero avesse anche un piano C, perché il suo candidato forte non ce l’ha fatta. 

Il nostro-futuro-candidato-presidente-ma-forse-ambasciatore è uno dei tanti autisti di Uber che lo fanno come secondo lavoro. Dalla casalinga che cerca un po’ di autonomia economica, al responsabile di una piccola fabbrica di bevande gasate che non riusciva più a combattere la supremazia dei grandi marchi e anticipava la imminente disoccupazione. Dalla segretaria di uno studio di avvocati al tecnico specializzato nella impermeabilizzazione dei grattacieli perché la speculazione edilizia tira su grattacieli che poi fanno acqua da tutte le parti, nel vero senso del termine. Tutti, professionisti o saltuari, si danno l’obiettivo di 100 dollari netti al giorno da racimolare con Uber. La vita non è facile a Panamá, paese dai grandi contrasti e marcate ineguaglianze.